Marchés, mon amour (Paris #1)

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Tra tutti gli scatti che ho portato a casa da Parigi, non è stato semplice decidere da dove iniziare a fermare in parole e immagini il tempo che mi sono presa.

Sto ancora raccogliendo le idee e le millanta foto che ho fatto, volevo però iniziare a raccontare. Tutto per non perdere quel sentire, fermarlo nelle parole e riviverlo ancora un pò.

Alla fine, tra il numero scellerato di immagini che sono riuscita a scattare, la prima pagina tocca a questo mazzo di ravanelli che lo vedi e capisci.

Capisci che serve tempo e pazienza – e anche un po’ di coraggio – per seguire strade mai percorse e scoprire l’effetto che fa.

Se butti il cuore al di là dell’ostacolo – e ti manda bene – ti può capitare di cogliere attimi di vera felicità, rapita davanti a quel verde brillante e a quel rosso vivo che è come un’esplosione di vita. Poi la vita ti riporta a quello che c’è, ma intanto ti sei affacciata a una finestra, con gli stipiti dipinti di bianco, e hai visto che là fuori c’è un mondo.

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I mercati a Parigi sono vite che si incontrano.

Tipo che ognuno si porta dietro una scia di storie, momenti, frammenti di quello che è stato e desideri di cosa si vorrebbe che fosse. Tra i banchi carichi di frutta e verdura e con gli occhi pieni di quei colori, capita per davvero che due vite possano incontrarsi, raccontarsi per un momento e lasciare un segno.

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In Boulevard Richard Lenoir, ogni domenica mattina si tiene il Marchè Bastille.

Vale che se siete a Parigi non potete perderlo. E che organizzare il viaggio in modo da essere a Parigi per farci un salto è cosa buona e giusta.

Per dire cosa vi può capitare tra un ravanello e un’enorme montagna di carote, sappiate che ho ricevuto una proposta di nozze. Gironzolando con gli occhi a ravanello e la musa occhio languido al collo, ho fatto breccia nel cuore di un verduraio francese – diciamo un settantenne fascinoso – che in un attimo ha snocciolato “Io sono solo”, ha proseguito con “ah, lei non è sposata” e ha chiuso in bellezza con “Cosa ne dice di?”

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La Francia è chiaramente la patria del rabarbaro.

Quella specie di oggetto del desiderio che ho inseguito e cercato per mare e per monti, lungo tutto lo stivale, si è materializzato nella Ville Lumière.

Roba da acquisto compulsivo. Già mi vedevo sul binario in Gare de Lyon con questo enorme mazzo di rabarbaro, tipo trofeo. Il perché io abbia desistito ancora non è chiaro. Evidentemente le dosi massicce di chimica che mi sono sciroppata per tenere botta al fetentissimo mal di denti che mi ha colto all’improvviso, mi hanno tolto lucidità. Prossima volta.

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Da Parigi sono tornata con una sottana – l’unica presente nel mio armadio –  una borsa enorme e un anello. 

L’anello viene dal banco di Gianni, un italiano di Napoli, in Francia da così tanto tempo da parlare italiano come farebbe un francese.

Viaggia per l’Indonesia e la Thailandia e vende argenti. Sono stata la “prima vendita” della giornata e per augurarsi buona fortuna, mi ha regalato degli orecchini. Come a fare un rituale magico ha passato sul banco le monete che gli ho dato. Spero davvero gli sia arrivato del buono.

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Omelettes. Crepes. Soufflè. Clafoutis. Oeufs cocotte.

Vi viene a mente un minimo comune denominatore di quanto sopra, a parte il fatto che è tutta roba buona?

I francesi sono gradi consumatori di uova. Tipo che sarei curiosa di conoscere il consumo procapite. Fatto sta che nei marchè si trovano questi banchi, da immortalare come neanche La Gioconda, pieni rasi di uova.

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Se dico boulangerie, voi cosa mi rispondete? Riuscite a sentire il profumo che, appena giri l’angolo, capisci che poco più avanti c’è un panettiere? Davanti alla vetrina di una boulangerie non puoi non restare lì imbambolato.

Trovi banchi di pane anche al mercato. Baguette. Croissant. Pani profumatissimi con  fichi, datteri e noci. Lo stesso profumo, quel velo di farina, il sacchetto di carta che fai quattro passi e non esiste al mondo di tenerlo chiuso.

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Se volete sapere tutto, ma proprio tutto sui mercati di Parigi – ovvero come, dove e quando (il perché mi sembra evidente) – seguite questo link http://marches.equipements.paris.fr

Troverete tutti i mercati divisi per zona (arrondissements) oppure per giorno, con tutte le informazioni utili: orari, numero e tipo di venditori, mappa del quartiere e collegamenti con i mezzi pubblici.

Io mi sono lasciata incantare dal Marché Bastille e dal Marché biologique Raspail

Lo so, troppe foto tutte insieme. Non si dovrebbe fare. Per i prossimi appuntamenti – abbiate fede, ho ancora un tot di cose da dire su Paris – cercherò di mantenere un maggior contegno.

Tranquilli. Mica vero!

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22 pensieri su “Marchés, mon amour (Paris #1)

  1. Tatiana

    Questa volata su Parigi è splendida… pensa che ci sono stata due volte, sempre di corsa e in compagnia di persone alle quale del mercato non gliene sarebbe importato una cippa! Prendo nota delle tue tappe e le propongo per la prossima vacanza!
    Ciao, Tatiana

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    1. Sweetie Autore articolo

      Anche per me è stata la prima visita ai mercati. Dalle ultime volte a Parigi non sono passati chissà quanti anni – anzi – ma era comunque una “vita” fa, senza Sweetie’s Home – o solo agli inizi – e con un’altra me ^___^
      Se i tuoi compagni di viaggio fanno resistenza, fai leva sulla soddisfazione dello spiluccare le bontà che un mercato così mette a disposizione! 😀

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  2. Francesca Palmieri

    Grazie per aver scattato al posto mio in questo mercato (credo di esserci andata proprio la tua stessa domenica…) e indovina? Anche in Bretagna la prima cosa che mi aveva colpito, nei banchi della verdura, persino ai supermercati, erano i ravanelli… piccoli e bellissimi… 🙂
    Riempimi di Parigi, ti prego. Sono qui, aspetto. Le mie foto sono “in caldo”, scalpitano, ma hanno bisogno del loro (e del mio) tempo… intanto, una bella crepe non ce la leva nessuno…

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    1. Sweetie Autore articolo

      E’ stato bello essere a Parigi e ritrovarmi nelle tue foto, proprio negli stessi giorni ^___^
      Ti capisco sul fatto che serve tempo… per me è ancora un pezzettino di vacanza. L’entusiasmo di quando si organizza cede il passo alla nostalgia, ma è come esserci ancora. E quindi si guarda… e si sorride
      E si gusta una bella crepe ^___^

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  3. Manuela

    Diciamocelo:quel verduriere la sapeva lunga,lunga!E tu mi hai definitivamente uccisa con questo post sui mercati…come mi manca Paris!
    Aspetto il seguito,
    baci!

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    1. Sweetie Autore articolo

      Gli “incontri” al mercato sono stati bellissimi, mi hanno dato un senso di vitalità e insieme di leggerezza che devo tenere a mente
      E tu vedi di convincere chi devi convincere a prendere un volo/treno/auto/camper/bus/qualsiasi cosa per Paris!
      Un abbraccio!!!

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    1. Sweetie Autore articolo

      Andare a Parigi per fare foto mi sembra un ottimo motivo per partire! Senza nessun dubbio!!!
      La settimana francese mi ha pure fatto venire voglia di comprarmi un nuovo obiettivo… con il 18-55 del kit ogni tanto ho sofferto… ^___^
      Grazie Giuseppe, ti abbraccio!!

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      1. giuseppe

        indubbiamente il 18-55 per fare foto nei mercatini è un pò limitato (le tue foto sono fatte bene ma con un tele avresti avuto meno problemi e avresti avuto uno “sfuocato” più facile) un 25-105 oppure un 70-300 mi sembrano adatti a quello che fai(anche se il 70-300 di fatto ti fanno perdere la fascia dalla fine del 55 al 70 di questo….ma è poca roba)….scusa la prolissità (si dice così??)

        giu

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        1. Sweetie Autore articolo

          A dire il vero ho un 70-300 (credo sia quello, pessima!) che era nel kit insieme al 18-55 ma in città se uso quello sto sempre a cambiare obiettivo, è veramente troppo spinto, nella maggior parte dei casi. E quindi più facilmente vado in giro con il 50 mm e il 18-55
          Nella mia ignoranza penso che un 25-105 possa essere buono per molte cose… Dico fesserie?

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          1. giuseppe

            il 25 105 è un obbiettivo più…come posso dire…..versatile, va bene per i campi ampi(ma non è un grandangolo) ma va bene ache per i particolari , senza essere uno zoom…potrebbe fare al caso tuo(ma se devi prenderlo cercalo di buona qualità…non accontentarti di robba di bassa lega)…..io sono tentato da un 50mm fisso f1.8(luminosissimo e mooolto a buon mercato…tipo meno di 100eurelli)

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        2. Sweetie Autore articolo

          Uffffffff adesso sono in fissa per le foto che avrei potuto fare portandomi dietro il 70-300
          Posso tornare a Parigi per vedere l’effetto che fa? 😀
          Pessima Sweetie, pessima!!

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          1. giuseppe

            il 70-300 ti permette (facendo un passo indietro e tenendo l’il diaframma moolto aperto di fare fotografie “macro” con un effetto sfocato allo sfondo perfetto per i particolari(poi è spettacolare nei ritratti…io amo i visi con lo sfondo sfocato…fa molto foto intimista….ma io sono strano…non mi stare ad ascoltare 🙂 )

            Rispondi
    1. Sweetie Autore articolo

      E ne ho ancora di cose da raccontare!
      Posso sempre prenotarti per nuovi caffè o anche per una cena, che Parigi val bene una cena no? ^___^
      Davvero, piacerebbe anche a me sapere come gli è andata. Alla peggio lo posso ritrovare la domenica a Marchè Bastille 🙂

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  4. coccolatime

    aspetto altre news su Parigi…mi stai facendo venire voglia di tornarci…e di visitare questi mercatini..che sinceramente non ho mai visitato…grazie per averci regalato queste chicche PER ORA!!! 😉

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  5. Sage

    ma hai capito i settantenni? che strategia!
    la devo riusare anche io, pensavo una cosa del genere: “io e te abbiamo già una cosa in comune” e mostro la mano sinistra sguarnita di anello.
    al che probabilmente seguirà la risposta del tipo: “abbiamo cinque dita per mano?”

    anyway, una domenica cadrà nel mio periodo parigino, chissà, magari riesco a trascinare la mia famiglia al mercato. dov’è che si comprano i guinzagli, che me ne servirà uno per mio fratello?

    P.S. bellissime foto!

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