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Challah

20140309_Challah-027-11_600x900 copySe la felicità non si fa trovare, tocca andare a cercarla.

E se tra l’oggi e il domani é tutto un lavori in corso, c’è sempre quel ricordo così vivo che sembra ora o una promessa appena sussurrata, depositata tra le pieghe dell’anima.

Tornare a quel momento in cui ti sei detta riparto da qui con le vie del Marais sotto piedi, quella colonna sonora nelle orecchie e tutti quegli scatti a fermare il bello. Che forse la felicità sta proprio lì di casa.

E poi? Tutto a posto e niente in ordine, come quando ti perdi con la cartina davanti e ti dici che non ci sei proprio portata.

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Mi sono ricordata di questa foto, mentre davo la forma al pane e disegnavo una chiocciola che sapeva di buono, dipinta con mille semi di papavero.

Rue des Rosiers, nel cuore del Marais, nel cuore del quartiere ebraico.

Mi sono riletta.

Alla fine, anche a Parigi, per capire quale strada prendere, basta ascoltarsi. Deve essere uno di quei principi generali che vale sempre e a prescindere. 

Io che con i principi generali non sono mai andata d’accordo e che ho sempre fatto il tifo per le eccezioni e le note a piè di pagina devo fermarmi. E per una volta, starmi ad ascoltare sul serio.

Intanto vi racconto la Challah, un pane tradizionale ebraico abitualmente lavorato a forma di treccia (prossimamente su questi schermi). Viene preparato in occasione dello Shabbat, la festa del riposo osservata ogni sabato, dal tramonto del venerdì.

Non serve saper fare il pane. Non serve la planetaria. Due ciotole, un cucchiaio di legno e una spianatoia.

Chiede solo un po’ di tempo e una spolverata di pazienza, ma questo – e suona come un principio generale – vale per tutte le cose. Soprattutto per quelle buone per davvero.

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Challah
Autore: 
Porzioni: per un pane piccolo
 
Ricetta tratta da "Come si fa il pane" di Emmanuel Hadjiandreou
Cosa vi serve
  • 250 gr di farina 0
  • 4 gr di sale
  • 15 gr di zucchero
  • 6 gr di lievito di birra fresco
  • 80 ml di acqua calda
  • 1 tuorlo
  • 1 uovo
  • 20 ml di olio di girasole
  • 1 uovo medio, sbattuto con un pizzico di sale per spennellare
  • semi di papavero o di sesamo
Mettiamoci al lavoro
  1. In una ciotola mescolate la farina, il sale e lo zucchero e tenete da parte. Questi sono gli ingredienti secchi.
  2. In un'altra ciotola, mettete il lievito e aggiungete l'acqua, mescolando fino a che il lievito non si scioglie.
  3. Sbattete leggermente l'uovo e il tuorlo e uniteli al composto di lievito. Questi sono gli ingredienti umidi.
  4. Unite gli ingredienti secchi a quelli umidi.
  5. Mescolate con un cucchiaio di legno e poi incorporate l'olio finchè il tutto è ben amalgamato.
  6. Coprite e fate riposare per 10 minuti.
  7. Dopo 10 minuti lavorate l'impasto, mantenendolo nella ciotola. Prendete una parte dell'impasto dal lato esterno e tiratelo verso il centro, girate leggermente la ciotola e ripetete con un'altra porzione di impasto. Ripetete l'operazione altre 8 volte, completando il giro e tirando ogni porzione di impasto verso il centro. Questa operazione andrà ripetuta 3 volte (*)
  8. Coprite e fate riposare per 10 minuti.
  9. Dopo 10 minuti riprendete l'impasto e ripetete la lavorazione nella ciotola (*). Coprite e fate riposare per altri 10 minuti
  10. Trascorsi 10 minuti riprendete nuovamente l'impasto e ripetete la lavorazione sopra descritta (*). Fate riposare di nuovo per 10 minuti
  11. Riprendete l'impasto, ripetete nuovamente la lavorazione (°) e questa volta fate riposare coperto per 1 ora.
  12. Quando l'impasto è raddoppiato di volume, prima di trasferirlo sul piano di lavoro, fate una leggera pressione con il pugno in modo da far uscire l'aria.
  13. Spolverate di farina un piano di lavoro, togliete l'impasto dalla ciotola e trasferitelo sul piano.
  14. Rotolate l'impasto fino ad ottenere un salsicciotto lungo, con le estremità più sottili.
  15. Arrotolate l'impasto su sé stesso così da formare una chiocciola, fissando bene le estremità.
  16. Trasferite l'impasto su una teglia coperta da un foglio di carta forno e spennellate con l'uovo sbattuto.
  17. Spolverate con i semi di papavero o di sesamo.
  18. Coprite e fate lievitare per 30/45 minuti fino a che l'impasto non risulta quasi raddoppiato in volume.
  19. Più o meno 20 minuti prima di infornarlo, accendete il forno a 240 gradi, lasciando una teglia vuota sul fondo.
  20. Infornate la challah e versate una tazza di acqua nella teglia che avete messo sul fondo. Abbassate la temperatura a 200 gradi.
  21. Cuocete per circa 20 minuti o finchè la challah non risulta ben dorata.
  22. Per verificare la cottura potete capovolgerla e darle un colpetto sul fondo: dovrebbe suonare vuota.
  23. Se necessario fate cuocere ancora per qualche minuto, una volta pronta fatela raffreddare su una gratella.

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Vellutata di topinambur e zucca

Zuppa di Topinambur

Ultimo giorno a Parigi.

Sistemo i bagagli e decido di fare colazione fuori. Mi siedo in un locale a due passi da Galerie Vivienne, di quelli che puoi stare a guardare il mondo o dimenticarti che là fuori un mondo esiste.

Mi ricordo il pane fresco con la marmellata di lamponi e la foglia di menta tra una fragola e una fetta di kiwi.

In mezzo al locale c’è un tavolo lungo, di quelli che condividi con chi capita e sembra fatto apposta per incrociare le storie. Al centro una cassetta di legno a scomparti, con cartoline e matite per scrivere e farsi ricordare.

Di fronte a me c’è un signore di mezza età che scrive fitto su un taccuino e ascolta musica. Ha davanti una tazza di caffè e un piattino di ceramica bianca, con un croissant che sa di buono anche a distanza. Si alza, si avvicina al ragazzo dietro al bancone e scambia due parole. Aspetta un momento il ragazzo, gli restituisce un sorriso e poi torna a sedersi.

Inizia a fare la punta a tutte le matite. Si è alzato per chiedere un temperino. Lui sorride e io pure.

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Ci sono dei momenti in cui riesci a tracciare una linea tra chi sei e chi vuoi essere, anche ad occhi chiusi. A mano libera e senza incertezze.

Poi non so, qualcuno scombina le carte. Ma quell’immagine ti rimane e ogni tanto torna, insieme al ricordo di una colazione rilassata, a sorridere tra cartoline e matite.

E’ una vellutata, ma sembra più una pozione magica. Fossi in voi la proverei perchè i ricordi, quelli che tirano una linea tra chi sei e chi vuoi essere, non vanno fatti aspettare.

5.0 from 3 reviews
Vellutata di topinambur
Autore: 
Porzioni: 4
 
Cosa vi serve
  • 600 gr di topinambur
  • 200 gr di polpa di zucca
  • 1 cipolla
  • 1 mela
  • 20 gr di burro
  • brodo vegetale
  • sale e pepe q.b.
Mettiamoci al lavoro
  1. Sbucciate e tagliate a pezzetti le verdure e la mela.
  2. Fate fondere il burro in una padella, unite la cipolla e fatela appassire per qualche minuto.
  3. Aggiungete il topinambur, la zucca e la mela e fateli andare in padella per qualche minuto.
  4. Aggiungete il brodo vegetale fino a coprire le verdure e continuate la cottura per 20/25 minuti.
  5. Controllate le verdure di tanto in tanto e aggiungete altro brodo se necessario.
  6. Una volta che le verdure sono cotte, passatele con il frullatore ad immersione e regolate di sale e pepe.

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