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Pan di Spagna (come dire: l’ABC! ^___^)

Mai fatto un pan di spagna in vita mia.
Con questa premessa vi racconto le mie manovre di avvicinamento a questa preparazione base della pasticceria che richiede tre-ingredienti-tre (farina, uova e zucchero) ma che nasconde più di qualche insidia.
A riprova di questo, nel giro di due giorni, ho preparato due stampi: il primo – un mezzo fallimento – giusto per raccontarvi cosa NON deve essere fatto nella preparazione del pan di spagna, il secondo – pan di spagna degno di questo nome – per dimostrarvi che c’è speranza per tutti!

Ora, cosa non ha funzionato nel primo esperimento?
Detta con parole mie ho combinato un casino. Complice la tensione da prima volta, sono stata così delicata nel miscelare la farina e la fecola al composto di uova e zucchero che alla fine non ho miscelato un piffero. Nell’esatto momento in cui ho versato l’impasto nella teglia, mi sono resa conto che sul fondo era rimasto un non meglio definito blobbo di farina che non si era miscelato a dovere. SGRUNT! ARGH! #@@¡«¶¶? Con mezzo impasto nella teglia e mezzo ancora nella ciotola della planetaria ho riunito il tutto, rimiscelato, smontato tutto quello che si poteva smontare e messo in forno in una teglia mezza infarinata e mezza no. Ho pensato di sbattere via tutto, ma il mio gusto per l’orrido mi ha fatto andare avanti imperterrita. No comment sul risultato.
All’alba del secondo giorno, dopo averci dormito su, ci ho riprovato e alla fine l’ho spuntata io ^____^
Diciamocela tutta, non è questa impresa titanica, basta non combinarne come Bertoldo!
Qui sotto la Bella e la Bestia!

La ricetta è tratta da “Peccati di Gola” di Luca Montersino

INGREDIENTI (per 1 stampo da 18 cm)
125 gr di uova intere
88 gr di zucchero
75 gr di farina 00
25 gr di fecola di patate
1/2 bacca di vaniglia bourbon

In un pentolino scaldate le uova con lo zucchero e la vaniglia fino a raggiungere la temperatura di 45 gradi.
Tante ricette non lo prevedono, ma facendo un pò di ricerca ho scoperto che questo passaggio fa la differenza perché permette di ottenere il massimo risultato di montaggio dalle uova sia in termini di volume che di struttura. Se decidete di saltare questo step, fate in modo di utilizzare uova a temperatura ambiente, mai da frigo.
Mettete nella planetaria (o in una ciotola capiente) le uova scaldate e con la frusta (o con il mixer) montate fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso (15 minuti circa).
Togliete dalla macchina e aggiungete a mano, con un cucchiaio di gomma, la farina setacciata insieme alla fecola di patate, miscelando il tutto delicatamente dal basso verso l’alto.
Versate il composto ottenuto nello stampo imburrato e infarinato e cuocete in forno a 190 gradi per 20 minuti circa (nel mio forno che ha le temperature fisse ho impostato 175 gradi per 25 minuti)

Di seguito qualche altra indicazione tratta dal volume di Montersino, utile per variare la ricetta base in modo consapevole e non alla piffero!

  • Le uova servono come base per il calcolo degli altri ingredienti:
    • 1 uovo intero= 50gr
    • 1 tuorlo= 20 gr
    • 1 albume= 30 gr
    • E’ possibile aggiungere più tuorli o più albumi mantenendo la stessa grammatura. Se si aggiungono più tuorli si avranno degli alveoli più piccoli e un pan di spagna leggermente più pesante. Se si aggiungono più albumi si otterrà una massa più leggera.
  • La quantità di zucchero deve sempre essere pari alla quantità di farina
  • La farina deve essere debole da biscotteria (160/180 W)
  • Le proporzioni delle varie ricette:
    • pan di spagna montata pesante: 1,5 kg di uova, 1,5 kg di zucchero, 1,5 kg di farina
    • pan di spagna montata media: 1,5 kg di uova, 1 kg di zucchero, 1 kg di farina
    • pan di spagna montata leggera: 1,5 kg di uova, 750 gr di zucchero, 750 gr di farina
  • La fecola può essere aggiunta in quantità pari fino a metà del peso della farina, eliminando quest’ultima. La presenza di fecola riduce gli alveoli e fa perdere elasticità al composto, donandogli una buona friabilità.
  • Il cacao può essere aggiunto sottraendo il suo peso a quello della farina. La dose massima è di 80 gr per 1 kg di farina
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Della Devil’s Food Cake e della prima candelina di Sweetie’s Home!

Ormai sono certa di non essere stata omologata per ricordarmi i compleanni, gli anniversari e le ricorrenze. Praticamente un uomo. In compenso il Muso si ricorda ogni cosa (praticamente una donna? :-O) ma è qui che si vede l’affinità delle anime che si compensano, non vi pare? ^___^
Sorprende quindi che sia qui a festeggiare, in perfetto orario, il compleanno di Sweetie’s Home. E infatti – a voler fare gli onesti a tutti i costi –  sono qui per caso. Tutto merito di Giulietta che ha festeggiato il suo blog pochi giorni fa e che ha aperto un giveaway chiedendo quale fosse stato il post d’apertura dei nostri blog.
Spulcio i post ed ecco la rivelazione: “Ma dai! tra una settimana il mio blog compie gli anni!”  E quindi, visto che me ne sono accorta per tempo, eccomi qui a spegnere le candeline sulla torta più libidinosa che mente umana possa concepire, la Devil’s Food Cake.

 

Prendete più strati di soffice torta al cacao, farciteli e ricopriteli con una deliziosa ganache al cioccolato fondente e otterrete la Devil’s Food Cake. Questo peccato capitale a forma di torta (mica per niente si chiama torta del diavolo) si è diffusa negli Stati Uniti fin dai primi anni del ‘900. La versione originale prevedeva una torta di un forte colore rosso (ottenuto con del colorante), ricoperta da una cremosa glassa bianca. Per evitare un uso eccessivo di coloranti (salutisti questi americani!) hanno pensato di creare la versione della Devil’s Food Cake tutta al cacao e cioccolato che, con alcune variazioni, è oggi una delle ricette più popolari del Nord America.
Come mio solito ho fatto un pò di ricerche sul www e alla fine ho deciso di sposare la versione di Nigella (una garanzia!).
Ecco quindi la torta di compleanno più goduriosa del mondo con tanto di candelina rosso-fuoco-che-fa-tanto-devil: ora ditemi, non è un amore? ^____^

INGREDIENTI
Per la base:
50 gr di cacao in polvere setacciato
100 gr di zucchero muscovado (*)
250 ml di acqua bollente
125 gr di burro
150 gr di zucchero semolato
225 gr di farina
½ cucchiaino di lievito
½ cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
2 uova a temperatura ambiente

Per il frosting
125 ml di acqua
30 gr di zucchero muscovado (*)
175 gr di burro a pezzetti
300 gr di cioccolato fondente tritato finemente (io ho usato un fondente 50% della Novi, il 72% mi sembrava troppo)

La ricetta originale prevedeva 2 teglie da 20 cm, io ho fatto 3 piani da 16 cm

(*) Lo zucchero muscovado è un tipo di zucchero scuro (di canna) non raffinato, con un forte sapore di melassa. Conosciuto anche come “zucchero delle Barbados” o “zucchero umido”, lo zucchero muscovado è molto scuro e leggermente più granuloso e appiccicoso rispetto alla maggioranza degli zuccheri di canna. Il muscovado eredita il suo sapore e il suo colore dal prodotto da cui deriva, il succo di canna da zucchero. Offre buona resistenza alle alte temperature e ha una durata di conservazione ragionevolmente lunga. È usato comunemente in varie ricette e per fare il rum.

Preparazione della base
Mettete il cacao e lo zucchero muscovado in una ciotola e versateci sopra l’acqua bollente. Mescolate bene per fare amalgamare il tutto e mettete da parte. In un’altra ciotola mescolate gli ingredienti secchi, vale a dire la farina, il lievito e il bicarbonato.
Terza ciotola (qui non si bada a spese ^____^): mescolate il burro e lo zucchero insieme fino a formare una crema soffice e chiara e poi aggiungete l’estratto di vaniglia. Aggiungete un uovo, una parte del composto di ingredienti secchi e mescolate bene. Aggiungete il secondo uovo e sempre mescolando aggiungete il resto del composto di ingredienti secchi. Terminate aggiungendo il composto di cacao, zucchero muscovado e acqua bollente e amalgamate bene il tutto.

Scaldate il forno a 180° e cuocete per circa 30 minuti. La ricetta originale diceva di dividere l’impasto  in due teglie ben imburrate da 20 cm. Nel mio caso ho diviso il composto in tre parti; ho infornato la prima coppia di teglie da 16 cm e poi la terza (i tempi di cottura sono rimasti gli stessi della ricetta originale). Una volta preparate le basi, potete dedicarvi al frosting.


Preparazione del frosting
Mettete sul fuoco una pentola con l’acqua, lo zucchero muscovado ed il burro a pezzetti e portate a ebollizione. Quando inizia a bollire togliete dal fuoco e aggiungete in un colpo solo tutto il cioccolato tritato finemente. Lasciate che il cioccolato si sciolga lentamente e mescolate il composto ogni tanto. Il composto impiegherà diverse ore per diventare denso. Io l’ho preparato a metà pomeriggio e ho assemblato la torta dopo cena. Ho letto che è possibile velocizzare il procedimento mettendo il frosting qualche minuto in frigo, ma fatelo sempre quando è già freddo e controllatelo spesso, mescolandolo regolarmente.
Una volta che il frosting ha raggiunto la giusta consistenza potete assemblare la torta. Usate metà del composto per farcire la torta e l’altra metà per coprirla. In buona sostanza – questa parte è troppo divertente! – mettete il primo strato di torta, spalmate il frosting, poi un altro strato di torta, poi ancora il frosting e infine chiudete con l’ultimo strato di torta che vi è rimasto. A questo punto con l’aiuto di una spatola coprite l’intera torta con il frosting rimasto cercando di cacciare indietro i sensi di colpa per la quantità di burro e cioccolato che state lavorando. Pensate solo che sarà una delle cose più libidinose che vi capiterà di mangiare nella vostra vita!
Mettete la torta in frigorifero in modo che la glassa si solidifichi per bene, io l’ho lasciata in frigo tutta notte e l’ho mangiata il giorno dopo, credo però che possa essere pronta nel giro di qualche ora. Alla fine assumerà la consistenza di un panetto di burro, allo straordinario gusto di cioccolato! ^____^

E per finire un ricordo dall’ultimo viaggio newyorkese: ecco la Devil’s Food Cake di Magnolia Bakery
(401 Bleecker St, New York, NY 10014 http://www.magnoliabakery.com/)

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