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Si fa presto a dire “uova alla coque”!

Vero o no? Si fa presto a dire “mi faccio un uovo alla coque”. Mica semplice. Alzi la mano chi non si è mai trovato nella situazione che ti vuoi fare un uovo alla coque e alla fine ti mangi un uovo sodo. Ecco perchè ho deciso di parlarvi dell’uovo alla coque.
Mica perchè durante il viaggio in Provenza, nella deliziosa Aix-en-Provence, mi sono trovata di fronte una bancarella di ceramiche che vendeva ogni genere di chincaglieria buona per una shopperista compulsiva di teglie & co. Neanche per sogno.
Il Muso è riuscito a strapparmi di peso dalla bancarella, solo dopo che avevo messo le mani su una deliziosa teglia azzurro cipria tutta smerlettata, un paio di ciotoline che sono un amore, un piattino che torna sempre utile, e un ganzissimo portauovo rosso.

La ricetta è tratta dalla bibbia del “come-si-cucinano-le-uova-mica-cotiche” vale a dire “Uova” di Michel Roux, Guido Tommasi Editore

Uova alla coque
 
Cosa vi serve
  • Ma li volete sapere davvero-davvero-davvero? ^___^
Mettiamoci al lavoro
  1. Mettete le uova in una pentola su fuoco medio, coperte con acqua fredda abbondante.
  2. Appena l'acqua comincia a bollire, contate 60 secondi per un uovo medio; l'albume sarà un pò rappreso. Se preferite l'albume un pò più duro ma il tuorlo liquido, cuocete per altri 30 secondi. Per un albume ancora più duro con il tuorlo che comincia a rapprendersi, contate altri 30 secondi.
  3. Appena raggiunto il punto di cottura desiderato, scolatele o continueranno a cuocere.
  4. Servitele subito nell'apposito portauovo (per questo vi consiglio una deliziosa bancarella in quel di Aix-en-Provence...) e apritele picchiettando sulla punta con un coltello.
  5. Se volete proprio esagerare, prendete uno stuzzicadenti, infilzateci del formaggio, delle olive o quello che più vi piace e servitelo appoggiato nell'uovo.

 

Cosa dicevamo di Aix-en-Provence? Capitale storica della Provenza, città universitaria, città d’arte dal patrimonio architettonico estremamente ricco, Aix-en-Provence è una cittadina deliziosa, dove è bello gironzolare qua e là, sempre animata da mercatini di ogni genere. Ogni giorno, su ogni piazza, si alternano bancarelle coloratissime di artigianato, frutta e verdure, spezie e formaggi.



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Lemon curd alla maniera di Michel Roux

Dopo l’ultima ricetta tutta pollo e salute, quasi adatta alla prova costume, torniamo a parlare di cose serie ^___^
Se è vero che nella vita la sincerità paga, diciamo subito che fino a qualche settimana fa non avevo idea di quale libidine demoniaca fosse il lemon curd. Mi ero fatta l’idea che fosse un lontano parente di una confettura, ma non c’è niente di più sbagliato: è più simile a una crema in cui il succo di frutta sostituisce il latte e che il burro (tanto burro, almeno in questa versione) rende più ricca.

INGREDIENTI
200 gr di burro a dadini
200 gr di zucchero
la scorza grattuggiata e il succo di 3 limoni non trattati
4 tuorli

Mettete il burro, lo zucchero, la scorza e il succo di limone in una ciotola resistente al calore e appoggiatela su una pentola di acqua bollente (fate attenzione che l’acqua non tocchi il fondo della ciotola). Sbattete il composto fino a che sarà completamente liscio e il burro interamente sciolto. Aggiungete i tuorli e sbattete vigorosamente per circa 10 minuti, finchè il composto inizia a raddensarsi. Versate il lemon curd in un vasetto o in piccole cocottine, coprite con la pellicola e tenete in frigorifero. Potete servirlo direttamente nelle cocottine, oppure spalmarlo su una brioche, sugli scones o utilizzarlo per farcire della frolla.

Se volete preparare l’orange curd, sostituite i limoni con 2 arance fate bollire il succo per ridurlo di un terzo prima di cominciare.

La ricetta è tratta da “Uova” di Michel Roux, Guido Tommasi Editore
Qui sotto  il Work in Progress della ricetta. Lo trovate anche qui, insieme a tutte le altre ricette “scattate e flashate”! ^___^

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