Archivi annuali: 2012

La mia Lucca

La mia Lucca è un insieme di cosí tanti ricordi, sorrisi, abbracci, sapori che quasi stavo abbandonando l’idea di scriverne, perché tanto non c’è proprio verso di farci stare tutto. È il problema di quando vuoi raccontare qualcosa e le lettere dell’alfabeto non bastano All’inizio ti prende pure un certo nervoso, ma poi passa subito quando ti fermi, ci pensi e capisci perché.

Di ritorno da Lucca, dopo tre giorni che adesso provo a raccontarvi, ho raccolto idee, immagini, emozioni e alla fine é uscito questo post che non ha nè un inizio nè una fine, ma che è la didascalia perfetta di quell’immagine che vi ha accolto qui sopra. O meglio, è un post che ha mille inizi e nessuna fine perché lì in mezzo c’è tutta una vita che scorre e si sa, la vita ha bisogno di spazio.

Locanda San Ginese

Carissimi, la chiave della vostra camera è in un sacchettino, nella tasca destra dell’impermeabile verde, appeso all’attaccapani nella capanna. Vi abbracciamo

Questi sono Alida e Luca, cuore e anima della Locanda San Ginese, una casa che sentirete subito come vostra e che vi darà ristoro e pace,  sorrisi e calore e tutto quello che vi viene in mente quando vi dite “ho voglia di staccare“.

Io ci sono capitata per caso quattro anni fa, complice una trasferta di lavoro. Da allora non li ho più lasciati. Nel frattempo sono capitate una cifra di cose, anche di quelle che ti rigirano la vita come un calzino e che ogni tanto ti lasciano a corto di fiato, ma alla fine ciò che resta sono i momenti che scaldano il cuore. E questi due ragazzi qua, di cuore ne hanno da vendere.

Quindi se vi capita di passare da queste parti segnatevi l’indirizzo e datemi retta. Che poi – per dirla tutta – le camere sono bellissime, la colazione è di quelle che si fa ricordare e nella doccia troverete una radio. Già.

Poi c’è Lucca. Se fossi una tipa precisa ve ne avrei già parlato, siccome sono dotata di un certo estro ve la racconto qui.

Quando si pensa alla Toscana si parla subito di Firenze e Siena, ma non fatevi scappare una visita alla deliziosa Lucca, tutta raccolta com’è nelle sue mura che sembrano fatte apposta per passeggiare e ricordarti che puoi sempre guardare il mondo da un altro punto di vista.

Cosa vedere a Lucca?

  • Iniziate con le Mura, edificate nel periodo cinquecentesco e adibite a parco urbano nell’Ottocento, racchiudono il centro storico e costituiscono il vero e proprio simbolo della città riconosciuto per la sua particolarità a livello mondiale. Conservate integre fino a oggi, le Mura di Lucca sono considerate una risorsa attiva per i cittadini che, lungo i 4 km, vivono il proprio tempo libero all’ombra degli alberi secolari
  • La Torre Guinigi, famosa torre alberata costruita intorno al 1390 dalla potente famiglia lucchese dei Guinigi
  • La Torre delle Ore risalente al periodo medievale
  • La città di Lucca è tradizionalmente soprannominata la città delle cento chiese per il grande numero di edifici di culto presenti all’interno delle Mura. Attualmente, molte chiese sono state sconsacrate, ma spiccano ancora alcuni edifici religiosi di grande interesse. Il Duomo di Lucca, la chiesa di San Michele in Foro e la Basilica di San Frediano
  • Vi consiglio una passeggiata in Via Fillungo, corso principale che taglia il centro storico e sul quale fanno da cornice gli edifici medievali. Ottima meta per lo shopping
  • Tappa da non dimenticare è Piazza dell’Anfiteatro , oggi denominata Piazza del Mercato, dove in passato sorgeva l’antico foro romano. L’accesso alla piazza è consentito dalle quattro porte dislocate in corrispondenza degli antichi ingressi. La Piazza dell’Anfiteatro è un gioiello per la città di Lucca con i suoi accoglienti ristorantini e le sue botteghe di pittori e artisti.

(cit. http://www.comune.lucca.it/turismo/visitare_lucca)

E adesso veniamo al perchè siamo capitati a Lucca proprio in questo fine settimana.

Mai sentito parlare dei Comics? Invadono Lucca tra le fine di Ottobre e l’inizio di Novembre e, se ve lo state chiedendo, sono la fiera fumettistica più importante in Italia. E’ un’esperienza che vi consiglio di fare almeno una volta nella vita, per ritrovarvi nel centro della deliziosa Lucca, circondati da pazzi scatenati (sono uno spettacolo eh!) che per un week-end conquistano la città nei panni di personaggi dei fumetti, del cinema, o di qualche serie tv.

Oltre a questo ci sono gli stand degli editori e delle fumetterie provenienti un pò da tutta Italia e le conferenze con editor, autori e disegnatori.

Come ci sono capitata in mezzo? Vivo con tre pelosi e un nerd che è cresciuto a pane e fumetti Marvel. Avete presente Spider-Man, Hulk, Iron Man e Thor? Ecco, quelli. Tutti insieme.

Da brava foodblogger in erba, non posso esimermi dal rispondere alla domanda più gustosa che esista: cosa si mangia a Lucca?

Tante cose. E tutte buonissime. Negli anni abbiamo sperimentato piatti, ristoranti e trattorie. In quest’ultimo fine settimana abbiamo cenato con grande soddisfazione alle Cantine Bernardini e ci siamo gustati due panini da urlo mentre giravamo per stand e conferenze alla Tana del Boia

Un altro locale che vi consiglio sono Gli Orti di Via Elisa, ottimi piatti, personale delizioso e conto onesto.

Vi lascio qualche prelibatezza della zona per farvi venire appetito: la zuppa di farro, i tordelli, l’olio extra vergine di oliva, il buccellato e la torta con gli erbi.

E poi ci sono le scoperte che fanno di ogni viaggio un viaggio diverso.

Questa volta la scoperta è la bottega di antiquariato della famiglia Lenzi. Ci ha accolto un signore delizioso, che mi ha spiegato di aver conservato, così come gli è stato lasciato dal nonno, un intero locale pieno di mille cose e di mille storie.

Mi ci sono persa. E divertita. Sono rimasta a bocca aperta di fronte a oggetti che potevano riempire i racconti di mia nonna. Ho scoperto cosa sono i testi e come si usano per preparare i necci.

E adesso in casa ho due testi, un paio di ferri di cavallo, degli stampi da budino a cui proprio non so dare una data, diversi pentolini molto ma molto più vecchi di me e dei tagliapasta che sai che ravioli ci venivano fuori.

E per finire, il gusto della scoperta sta anche nel trovare in un mercatino di arti e mestieri, proprio in piazza Anfiteatro, una ragazza che fa cose bellissime che già ce le vedo nelle foto delle prossime ricette. Bicchieri, tazze, piatti (ma non solo) in ceramica smaltata che mi hanno acchiappato al primo sguardo.

Avrò dimenticato qualcosa? Certo che si, ma le cose importanti ci sono tutte.

Vi ho convinti a fare un salto a Lucca? Un abbraccio e buona settimana!

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Dolcetto o scherzetto?

E voi avete mai bussato alla porta di qualche vicino, con la faccia tutta impiastricciata e un travestimento da far paura perfino ad una strega, ponendo la fatidica domanda “Dolcetto o scherzetto“?

Siccome mi piace un sacco ficcanasare in giro e chiedermi “Chi, Cosa, Quando, Dove e Perchè”, per restare in tema ho bussato alla porta del Signor Google e pure a quella del Signor Wikipedia e mi si è aperto un mondo. Certo, ignorante pure io che ne sapevo poco o niente, ma per la serie tutto quello che avreste voluto sapere su Halloween, ecco cosa ho scoperto in versione bigino.

N.B. Tutto quello di buono che troverete di seguito proviene dalle seguenti fonti che ringrazio con infinito trasporto e che ho riportato direttamente
http://it.wikipedia.org/
http://festeascuola.altervista.org/hallo/base.htm

Innanzitutto, cominciamo con la domanda delle domande: qual è l’origine di Halloween?
La risposta affonda le radici in un tempo molto lontano, all’epoca in cui Francia, Irlanda, Scozia e Inghilterra erano dominate dalla cultura celtica, prima ancora del dominio di Roma sull’Europa.
Per i Celti il 1° novembre era una data da segnare in rosso sul calendario, non so se mi spiego. Era l’inizio del nuovo anno, il momento che segnava la fine della stagione estiva e l’inizio dell’inverno. Proprio alla vigilia del 1° novembre veniva celebrata SAMHAIN, la festa più sentita e importante: si riteneva che durante la notte, lo scudo di Skathach, cioè il velo tra il mondo terreno e quello ultraterreno, venisse abbassato permettendo al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. La notte del 31 ottobre i Celti si riunivano nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro. Vestiti con maschere grottesche ritornavano ai villaggi, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate (vi ricorda qualcosa?) al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. I festeggiamenti duravano per 3 giorni, durante i quali ci si mascherava con le pelli degli animali uccisi, allo scopo di spaventare gli spiriti.

I primi contatti tra Cristiani e Celti passarono attraverso le conquiste romane.

Durante il periodo della cristianizzazione dell’Europa, la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Nel tentativo di far perdere significato ai riti legati alla festa di Samhain, nell’ 835 Papa Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti dal 13 Maggio al 1° Novembre. Ciò nonostante l’influenza del culto di Samhain non fu sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, Giorno dei Morti dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi.

Da dove arriva il nome Halloween è presto detto: in inglese Ognissanti si dice All Hallows’ Day;  la vigilia del giorno di Ognissanti, cioè il 31 ottobre, si chiama All Hallow’ Eve e quindi ecco fatto.

Finora però abbiamo parlato solo del vecchio continente. Come è avvenuto lo sbarco di Halloween nel continente a stelle e strisce?

Tra il 1845 e il 1850, a causa di una malattia che devastò le coltivazioni di patate, circa 700.000 Irlandesi emigrarono in America, portando con sè le loro usanze, tra cui anche quella di festeggiare Halloween. In America scoprirono che le zucche erano molto più adatte di cipolle e rape per la costruzione delle tradizionali lanterne di Halloween. Così nacque la Jack o’lantern, simbolo incontrastato di questa festa, che viene  ricavata da una zucca solo da un centinaio d’anni.

Tutto sembra richiamare le antiche tradizioni celtiche: l’abitudine di mascherarsi fa pensare all’usanza celtica di indossare pelli di animali e maschere mostruose durante i riti di Samhain per spaventare gli spiriti e tenerli lontani dai villaggi. L’usanza dei bambini di bussare alle porte delle case gridando Trick or treat, che significa più o meno dolcetto o scherzetto, richiama invece l’usanza dei Celti di lasciare cibo e latte fuori dalla porta, in modo che gli spiriti passando potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi agli abitanti della casa.

A questo punto… dolcetto o scherzetto?

Intanto buon Samhain a tutti! Ci si risente la prossima settimana con un resoconto dettagliatissimo del week-end che passerò in quel di Lucca, restate sintonizzati!

5.0 from 2 reviews
Biscotti di frolla
Autore: 
 
Cosa vi serve
  • 300 gr di farina
  • 150 gr di burro
  • 100 gr di zucchero
  • 2 tuorli
  • 1 albume
  • la scorza di un limone grattugiato
  • un pizzico di sale
Mettiamoci al lavoro
  1. Versate la farina sulla spianatoia, fate al centro la fontana, mettete in mezzo lo zucchero, il burro (freddo) a pezzetti, le uova e la scorza di limone. Impastate rapidamente e lavorate la pasta fino a renderla omogenea.
  2. Se usate una planetaria, lavorate prima il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungete poco alla volta le uova, la scorza del limone e in ultimo la farina con il pizzico di sale.
  3. Avvolgete l'impasto in un foglio di carta forno e lasciatelo riposare in frigorifero (minimo due ore, se preferite potete anche prepararlo il giorno prima).
  4. Riprendete l'impasto, stendetelo con il mattarello e ricavate i biscotti.
  5. Se usate dei tagliabiscotti simili a quello della zucca potrebbe essere necessario stendere l'impasto, riporlo tra due fogli di carta forno e metterlo nel congelatore per una ventina di minuti così da renderlo più facilmente lavorabile.
  6. Preriscaldate il forno a 190° e cuocete per 12 minuti (occhio a non farli dorare troppo)

Dimenticavo! Se preparate la vostra Jack o’lantern, non azzardatevi a buttare via la polpa della zucca! Potete preparare:

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