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Macine by Luca Montersino

Alzi la mano chi non hai mai fatto colazione inzuppando in una tazza di te o meglio ancora di latte le mitiche macine. Insieme alla Nutella, al Buondì e alla Girella credo facciano ormai parte dell’immaginario collettivo. E quindi, perchè non tentarne la produzione home-made? La ricetta viene da Luca Montersino (già citato qui).
Che dire? Sono omologate per l’inzuppo e diventano ancora più buone il giorno dopo. Non vi fidate? Provare per credere!

INGREDIENTI
485 gr di farina “00”
200 gr di zucchero semolato
200 gr di burro morbido
65 gr di amido di mais
85 gr di uova intere
40 gr di panna fresca
20 gr di sciroppo di glucosio (per me miele di acacia, non avevo lo sciroppo)
2 gr di sale
4 gr di lievito per dolci
1 baccello di vaniglia

Lavorate il burro, lo zucchero e il glucosio (o il miele), dopo poco aggiungete le uova, la panna, il sale e la vaniglia. Lavorate fino a quando non si sarà formata una bella crema. A questo punto aggiungete la farina, l’amido e il lievito. Lavorate fino a quando non si formerà una palla.
Prendete l’impasto, avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare in frigo per 30 minuti.
Riprendete l’impasto e stendetelo ad uno spessore di 1 cm. Ricavate dei biscotti tondi, e poi fate un foro al centro con una formina più piccola. Man mano che fate i biscotti trasferiteli su una teglia da forno rivestita di carta. La ricetta originale diceva di infornate a 160° per 20 minuti, nel mio forno (non potendo impostare 160°) sono andati 15 minuti a 175°

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Brasato alla Guinness

Premessa: per non sembrare fuori tempo, fuori stagione e anche un pò fuori di testa mi tocca scrivere una premessa al post che stava nel mio archivio da poco più di una settimana.
Che meraviglia questa primavera anticipata, ma come la mettiamo con l’archivio delle ricette? Quando mi sono messa a scrivere, avevo il piumino appeso in corridoio, i guanti nella borsa e i caloriferi accesi avevano un loro perchè. Oggi non più! Ma come resistere a questa meraviglia? Era un delitto lasciarla li fino al prossimo autunno e quindi eccola qui. Voi attrezzatevi in questo modo: state di vedetta e tenete d’occhio il tempo; alla prima nuvoletta armatevi di tutto punto e non lasciatevi scappare l’occasione di preparare questa chicca! Alla peggio – se attrezzati – potete sempre accendere il condizionatore per creare il clima! ^____^
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Dev’essere la stagione, ma tutte le volte che mi imbatto in una ricetta che prevede una cottura lenta, una cocotte di ghisa, e una puccina da farci la scarpetta mi si fanno gli occhi a cuoricino. Avete presente?
Ora, vista la premessa, come avrei potuto resistere a questa ricetta? L’ho scovata qui, l’originale è di Trish Deseine.
E’ una ricetta da meditazione. Mettete su della buona musica (tipo una roba così Otis Redding-Sitting on the dock of the bay) e poi dedicatevi alla preparazione con tutta calma. Il risultato sarà sorprendente, il gusto rotondo, è come un brasato deve essere.
Godetevela, insomma ^___^

INGREDIENTI
750 gr di cappello del prete di vitello (la ricetta originale riportava carne di manzo per brasato, ma il macellaio sotto casa aveva solo vitello)
30 gr pancetta a dadini (la ricetta originale riportava lardo o pancetta tesa)
3 carote (nella ricetta originale 2)
1 cipolla bianca piccola tritata
2 cucchiai farina
5 dl brodo di carne o vegetale (per me vegetale)
3 dl di Guinnes o altra birra scura Irlandese
15 gr burro
un cucchiaio di olio extravergine di oliva
un mazzetto di rosmarino
sale e pepe nero q.b.

Fate rosolare per qualche minuto con il burro e l’olio la pancetta con la cipolla tritata e poi aggiungete la carne. Spolverizzate con la farina e lasciate scurire per qualche minuto. Fate raffreddare leggermente prima di versare il brodo e la birra. Mescolate e portate ad ebollizione continuando a mescolare. Aggiungete il rosmarino e le carote tagliate a pezzetti.
Coprite e cuocete a fuoco dolce per almeno due ore, la carne deve essere tenerissima.
Io l’ho preparata la sera prima, per la sera successiva.
Ricordate di tenere a portata di mano del pane buono per una “scarpetta” memorabile. Se volete esagerare servite con una polentina ^____^


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