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Insalata di quinoa con peperoni e pomodori secchi

Insalata di quinoa con peperoni e pomodori secchi

Tipo che dovrei cominciare raccontandovi della quinoa che vedete qui sopra e invece mi distraggo sull’OperazionePoldo. Nome in codice: mi è sembrato di vedere un gatto.

Da sabato sono tornata a dividere tempo, spazio e copriletto con uno dei miei tre pelosi e proprio non sono capace di non scriverlo anche qui. E quindi raccolgo i centoquaranta caratteri più imbarazzanti, ma cosa mi è venuto in mente più significativi di questo week-end e via in una cronaca che non ha ne capo ne coda, ma che ha molto a che vedere con la felicità.

28 Giugno – ore 9:21 Dell’essere lucida e finalizzata
“La superficialità di chi compra un trasportino a caso. Io no. Serve il giusto abbinamento con la pelliccia del felino”
“Che poi diciamolo. Non abbino le scarpe con la borsa e con la maglia. Ma il trasportino.”

Cominciava così l’OperazionePoldo, tra la scelta degli accessori e la domanda delle domande: meglio pollo e prosciutto o tonno e bianchetti?

28 Giugno – ore 14:44 Quando ti prende quel senso di responsabilità e ti metti a dialogare con il peloso a distanza (altrimenti detto: te la canti e te la suoni)
“Poldino guardami negli occhi e giura alzando la zampa destra: le tue unghie non faranno conoscenza delle tende di casa.”
“E nemmeno del divano. E aspettiamo qualche giorno prima di regalare la prima palla di pelo a chi ci ospita.”

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28 Giugno – ore 20:19 Quando hai capito che il senso di responsabilità non è buono per tutte le stagioni
“Mento spudoratamente e dico che Poldo dorme solo nella sua cesta e schifa il letto. Brucerò all’inferno senza nemmeno un biscotto”

29 Giugno – ore 13:33 Missione compiuta
“E niente, quattro zampe e una coda sanno fare un pezzetto di casa. La mia”

E più o meno questo è tutto. Alla fine non serve aggiungere altro. Se non che si ricomincia anche da qui.

Lui è Poldo.

Sweetie & Poldo

Dopo tutta questa dolcezza condita di peli felini, si fatica a tornare sul pezzo.

A proposito, ci siete ancora? Se avete avuto la pazienza di seguirmi fin qui, vi meritate un breve riassunto delle puntate precedenti. Torniamo a parlare di quinoa.

Non è un cereale – dai, che questo lo sapevate già – ma una pianta erbacea della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola. Può comunque essere utilizzata in modo simile ai cereali, e per questo viene considerata uno pseudocereale.

E’  l’alimento basilare nella dieta delle popolazioni rurali delle Ande ed è uno straordinario testimone di biodiversità. Per questo, come riconoscimento verso i popoli indigeni andini, che hanno mantenuto, protetto e conservato la quinoa come cibo per le generazioni presenti e future, il 2013 è stato dichiarato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite l’anno della quinoa.

Venerata dagli Inca come pianta sacra, la quinoa viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altipiani delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri.

Piccolo semino di colore chiaro e di forma leggermente schiacciata, la Quinoa è molto ricca di fibre e di proteine, quasi il doppio del riso. I suoi semi contengono vitamina B2 e magnesio, è inoltre ricca di vitamina E e B6, oltre che di zinco e ferro.

L’avevo usata per preparare delle polpette con la robiola e i pomodorini secchi, oggi invece ve la ripropongo in insalata per un pranzo estivo da leccarsi i baffi.

Fate i bravi – ma non troppo – e buon Meat Free Monday!

5.0 from 1 reviews
Insalata di quinoa con pomodori secchi
Autore: 
Porzioni: 4
 
Cosa vi serve
  • 280 gr di quinoa
  • 3 peperoni rossi
  • 4 cucchiai di pomodorini secchi a pezzetti
  • 100 g di formaggio di capra a pezzetti
  • sale e pepe q.b.
  • olio q.b.
Mettiamoci al lavoro
  1. Arrostite i peperoni disponendoli su una placca e cuocendoli in forno già caldo a 200 gradi per 30 minuti circa.
  2. Completata la cottura, toglieteli dal forno e metteteli in un sacchetto di plastica, in questo modo sarà più facile eliminare la buccia. Una volta freddi, toglieteli dal sacchetto, eliminate semi e buccia e tagliateli a striscioline.
  3. Sciacquate abbondantemente la quinoa sotto l’acqua corrente e tamponate i chicchi con un canovaccio pulito. In una padella, scaldate un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva o una noce di burro e tostate la quinoa per qualche minuto.
  4. Portate ad ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocete la quinoa per circa 15 minuti (seguite comunque le indicazioni riportate sulla confezione).
  5. Scolatela e aggiungete i pomodorini secchi e il formaggio di capra tagliato a dadini
  6. Completate con i peperoni e un filo d'olio, regolate di sale e pepe e servite tiepida o fredda in insalata.
Note
Anche in questa ricetta ho utilizzato la quinoa di Nuova Terra, un marchio toscano che ho scoperto di recente e che si fa portavoce di un’alimentazione naturale, tra zuppe e minestre, cereali biologici e semi oleosi. Ve li consiglio!
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Polpette di quinoa con robiola e pomodorini secchi

Polpette di Quinoa

Per dire, voi cosa ne sapete della quinoa?

Gli Inca la chiamano «chisaya mama» che in quechua vuol dire «madre di tutti i semi»

Sapreste dire che faccia ha, a cosa assomiglia o di che colore è?

Fino a qualche giorno fa io avrei fatto cilecca su tutta la linea, quindi se non volete farmi fare brutta figura, mentite spudoratamente e assumete la posa plastica del punto interrogativo.

Diciamo innanzitutto che la quinoa non è un cereale, ma una pianta erbacea della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola. Può comunque essere utilizzata in modo simile ai cereali, e per questo viene considerata uno pseudocereale.

E’  l’alimento basilare nella dieta delle popolazioni rurali delle Ande ed è uno straordinario testimone di biodiversità. Per questo, come riconoscimento verso i popoli indigeni andini, che hanno mantenuto, protetto e conservato la quinoa come cibo per le generazioni presenti e future, il 2013 è stato dichiarato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite l’anno della quinoa.

Venerata dagli Inca come pianta sacra, la quinoa viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altipiani delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri. All’epoca della conquista spagnola la coltivazione della quinoa venne combattuta e scoraggiata e solo in un secondo tempo la sua coltivazione riprese piede.

Piccolo semino di colore chiaro e di forma leggermente schiacciata, la Quinoa è molto ricca di fibre e di proteine, quasi il doppio del riso. I suoi semi contengono vitamina B2 e magnesio, è inoltre ricca di vitamina E e B6, oltre che di zinco e ferro.

L’occasione per provarla è arrivata grazie all’incontro con Nuova Terra, un marchio toscano che ho scoperto di recente e che si fa portavoce di un’alimentazione naturale, tra zuppe e minestre, cereali biologici e semi oleosi.

Ora, io ho ceduto – di nuovo – alla tentazione irresistibile di preparare delle polpettema la quinoa è ottima anche nelle zuppe e in insalata per la stagione estiva.

In ogni caso mi sembrava perfetta per l’appuntamento settimanale con il Meat Free Monday, voi che dite?

[Fonte: wikipedia e Nuova Terra]

4.0 from 2 reviews
Polpette di quinoa con robiola e pomodorini secchi
Autore: 
Porzioni: ¾
 
Cosa vi serve
  • 100 gr di quinoa
  • 300 gr di patate
  • 100 gr di robiola
  • 30 gr di Parmigiano Reggiano grattuggiato
  • 30/40 gr di pomodorini secchi
  • sale e pepe q.b.
  • qualche fiocco di burro
Mettiamoci al lavoro
  1. Fate bollire le patate in acqua salata, scolatele e passatele con uno schiacciapatate
  2. Sciacquate abbondantemente la Quinoa sotto l’acqua corrente e tamponate i chicchi con un canovaccio pulito.
  3. In una padella, scaldate un cucchiaio d'olio extravergine d'oliva o una noce di burro e tostate la Quinoa per qualche minuto.
  4. Portate ad ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocete la Quinoa per circa 10-15 minuti, poi scolatela (seguite comunque le indicazioni riportate sulla confezione)
  5. In una ciotola capiente unite la quinoa, le patate schiacciate, i pomodori secchi tritati finemente, il Parmigiano Reggiano e aggiustate di sale e pepe.
  6. Lavorate l'impasto fino a far amalgamare tutti gli ingredienti
  7. Formate delle polpette e disponetele su una teglia leggermente imburrata
  8. Fate cuocere in forno già caldo a 200 gradi fino a doratura (20 minuti circa)

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