Pizza al piatto con il poolish

Fatta eccezione per i panini al latte, che trovate qui, questa è la prima ricetta di “lievitato” serio (o quasi) che vi racconto. Eppure, in queste settimane, di esperimenti più o meno riusciti ne ho fatti davvero tanti. Su tutti la creazione del lievito madre (leggasi blobbo) incredibilmente avviato al primo colpo, ma abbandonato nel giro di poche settimane perché proprio non riuscivo a gestirlo e sfruttarlo a dovere. Quali problemi ho incontrato? Innanzitutto l’incompatibilità degli orari: quando lui aveva bisogno di me (rinfresco) io ero sempre in giro! L’unico giorno in cui potevo sfruttarlo sul serio era la domenica e anche qui era necessario seguire una “tabella di marcia” poco compatibile con tutto il resto della vita vissuta. Detta così pare che il blobbo sia solo una palla al piede, in realtà vedere questa massa informe prendere vita e forza è una figata mica da poco, ma mi sa che ci siamo incontrati nel periodo sbagliato 🙂
Nel frattempo poi (e qui è arrivato il colpo di grazia) ci sono stati due esperimenti particolarmente riusciti, che non prevedevano l’utilizzo del lievito madre e che mi hanno convinta ad abbandonare il povero blobbo e a prendere un’altra strada. Il primo esperimento è stata una pagnotta veramente sorprendente, un pò laboriosa nella preparazione, ma di una bontà che merita un post tutto suo (a breve!). Il secondo esperimento è stata la pizza al piatto che vi racconto qui sotto e che ho trovato qui

INGREDIENTI:
500 gr farina Manitoba
500 gr acqua
3 gr lievito di birra
1 cucchiaino di malto (facoltativo)
270 gr farina tipo 0
80 gr semola rimacinata di grano duro
25 gr sale
30 gr di olio
LA SERA PRIMA
Preparate il poolish con 500 gr di manitoba, 500 gr di acqua, 3 gr. lievito fresco (la ricetta suggerisce di scendere a 1,5gr in estate quando fa più caldo). Se volete potete aggiungere anche un cucchiaino di malto, consigliato soprattutto in inverno per meglio attivare la lievitazione .

AL MATTINO
Unite al poolish la farina rimanente, aggiungendola poco alla volta. Unite il sale e per ultimo l’olio.
Fate riposare 30 minuti e poi dividete l’impasto in panetti da 200 – 250 gr. che metterete in contenitori ermetici nella zona più fredda del frigo.
Due ore prima di stendere, tirate fuori l’impasto.
Per quanto riguarda la COTTURA, la ricetta originale dice:
“sistemate una pietra refrattaria quanto più vicina al grill superiore (max 12cm) e accendete il forno al massimo. Una volta che questo è arrivato a temperatura, mettete il grill al massimo, condite la pizza ed infornate, facendo attenzione che il grill sia acceso.
La cottura ideale è intorno ai 3′”
In mancanza di pietra refrattaria e con il mio solito Whirpool più microonde che forno, ho fatto 10 minuti a 225° (massima potenza) e 2 minuti di grill.
Viene comunque uno spettacolo, per dirla tutta molto meglio di tante pizze a domicilio che sono entrate in casa!
Se volete potete anche surgelare i panetti, appena li preparate. Se vi servono per cena, sarà sufficiente tirarli fuori dal congelatore la mattina e lasciarli a temperatura ambiente per almeno 8 hh (sperimentato, viene buonissima!)

Straccetti di pollo al balsamico

L’ultima scoperta “amore-a-prima-vista” che ho fatto tra i fornelli si chiama aceto balsamico.
Ok, mi state ridendo dietro, lo so. Passare i 30 (sigh) per scoprire che l’aceto balsamico, quello iperpremiato-citato-acclamato è una figata galattica (come dicono tutti) è da bestie.
Fatto sta che se oggi dovessero farmi un esame del sangue, troverebbero una quota di balsamico degna di una tossica.

Ecco qualche informazione in più sull’aceto balsamico, presa direttamente da Wikipedia.
Dovete sapere (io ‘gnorante che non sono altro non lo sapevo) che si distinguono due tipologie di prodotto:

  • Aceto Balsamico Tradizionale, ottenuto dal lungo invecchiamento del mosto cotto di uva. E’ protetto con la Denominazione di Origine Protetta in due versioni: Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP
  • Aceto Balsamico di Modena IGP (il prodotto più diffuso), nella cui composizione appare anche l’aceto di vino e che non richiede lungo invecchiamento.

L’Aceto Balsamico Tradizionale si ottiene dal mosto d’uva cotto, che viene invecchiato in botti di legno per almeno 12 anni. Il processo può durare fino a 50 anni ed è molto complicato: si svolge in una “batteria” di botti chiamata acetaia e prevede ripetuti travasi tra botti contenenti prodotto di anni diversi, da cui viene prelevato ogni anno il 25-30% del contenuto. Perciò l’aceto di ogni botte risente anno dopo anno di un invecchiamento sempre maggiore.

L’Aceto Balsamico di Modena invece si produce secondo varie ricette. Il disciplinare di produzione IGP lascia ampio margine di azione, prevedendo l’utilizzo di mosto cotto in percentuali tra il 20 e il 90% e di aceto di vino dal 10 al 80%. Sono ammesse anche altre sostanze tipo caramello, fino al 2%. La lettura dell’etichetta può fornire utili informazioni sugli ingredienti usati e sui metodi di lavorazione. Non sono previsti i prelievi e i rincalzi, tipici dell’Aceto Balsamico Tradizionale; gli ingredienti, una volta miscelati, devono essere tenuti per almeno 2 mesi in contenitori di legno. È ammessa la dicitura “invecchiato” per il prodotto di almeno 3 anni.

Ed ora ecco la ricetta, anche questa facilissima e pronta in 10 minuti 10.

INGREDIENTI
1 scalogno piccolo
400 gr petto di pollo
1 cucchiaio abbondante di aceto balsamico
olio q.b.
sale e pepe

Tagliuzzate lo scalogno e rosolatelo in poco olio. Tagliate il pollo a striscioline e aggiungetelo al soffrito. Saltatelo per qualche minuto fino a quando non prende colore, aggiungendo un pizzico di sale. Aggiungete un cucchiaio abbondante di aceto balsamico e lasciate cuocere ancora qualche minuto.
Crea dipendenza, sappiatelo.
E non venitemi a dire che non vi avevo avvertito 🙂