Dopo i biscotti al doppio cioccolato, i biscotti cioccolato-noci-banana, quelli cioccolato e avena e il banana bread tutto puntellato di gocce di cioccolato, preoccupata di esaurire le riserve mondiali di cioccolato fondente e nel pieno delle mie facoltà mentali, ho deciso fosse arrivato il momento di una ricetta chocolate-free.
Mio malgrado, sia chiaro.
Del resto, questo gustosissimo arrosto, tutto affogato nel latte, che praticamente si cucina da solo, stava nelle bozze da troppo tempo.
Ad ogni modo è solo una parentesi e non potrebbe che essere altrimenti.
Lo sanno tutti. Le vie del cioccolato sono infinite e una tavoletta di cioccolato al giorno leva il medico di torno.
Chi sono io per dire il contrario?
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Coscia di maiale al latte
Autore: Sweetie
Ricetta tratta da "Il Talismano Della Felicità" di Ada Boni
Cosa vi serve
un bel pezzo di lombata o filetto di maiale
burro q.b.
sale e pepe q.b.
latte q.b.
Mettiamoci al lavoro
Fate sciogliere il burro in una casseruola in cui la carne possa entrare quasi giusta.
Aggiungete la carne e fatela rosolare per bene su entrambi i lati.
Verso la fine della rosolatura condite con sale e pepe.
Coprite la carne quasi interamente con il latte, mettete il coperchio, abbassate la fiamma e fate cuocere piano piano per almeno due ore.
A fine cottura il latte si dovrà essere addensato come una crema, di colore biondo. Se volete potete passarlo in un mixer in modo da rendere la crema più omogenea.
Servite la carne tagliata a fettine e insaporitela con la crema.
Continuo a mettere insieme farina e Londra. Burro e Londra. Zucchero e Londra. Per caso ho detto Londra? Giuro che adesso la smetto. Forse.
Dovevano essere gli scones più scones che si fossero mai visti, finchè non li ho messi in forno. Cinque minuti cinque ed era chiaro che non sarebbero stati gli scones che avevo in mente io.
Io che sono capace di abbandonare un quaderno se la prima pagina non è scritta come dico io – non chiedete – di fronte a questi scones un pò troppo stropicciati ero già pronta all’archiviazione.
Come sono arrivati fin qui? Ci ho fatto colazione. Un giorno e quello dopo ancora. Certo, restavano più larghi che alti, ma impiastricciati di marmellata ai lamponi erano una favola. Ho azzardato perfino un taglio a fette. Li ho tagliati come fossero un panino e li ho farciti con il gelato. Una libidine.
E quindi ho deciso di raccontarveli comunque, davanti alle foto di Marylebone, lasciando briciole sul prato verde di Regent’s Park, respirando quella Londra aristocratica ed elegante che si siede nel salotto buono.
Marylebone è un quartiere raccolto, fatto di palazzi in pietra bianca e mattoni rossi, dove hai idea che tutti possano conoscere tutti.
Si lascia Regent’s Park sulla destra, si percorre Marylebone Road fino ad imboccare Marylebone High Street e subito lo sguardo sfugge. Corre veloce verso i primi palazzi che si scorgono poco più avanti e curioso, vuole scoprire cosa viene dopo.
Subito si incrociano le vetrine di The Conran Shop che se si è portati per il genere, tocca cedere alla tentazione e sposare la causa del “lasciate ogni speranza voi che entrate”
Sono quella che si innamora dei posti che si lasciano fare. Quelli in cui ti fermi, scrivi sulla moleskine la strada che hai fatto fin li, mangi la granola più buona del mondo e ascolti musica.
Poi ci sono anche le viste da cartolina. C’è il Big Ben che scendendo per Whitehall te lo trovi a sinistra appena svolti l’angolo e ti brillano gli occhi, c’è Van Gogh che ti resta incollato, St. Paul’s e il Tower Bridge, ma nel ricordo di una manciata di parole scritte su un foglio a quadretti, seduta a un tavolo di legno spesso, può esserci qualcosa di più [prezioso].
Vivere come volare, ci si può riuscire soltanto poggiando su cose leggere.
2-6 Moxon Street, prendete nota. Ci trovate La Fromagerie, buona per fare colazione, buona per uno spuntino, buona per pranzare o semplicemente per restare imbambolati davanti alla porta di vetro della loro CheeseRoom.
A questo mondo esiste una CheeseRoom. Giuro che è vero, potessi non mangiare più biscotti al cioccolato se racconto storie.
Se almeno una volta nella vita, avete pensato di vi siete messi davanti ad una cartina, avete chiuso gli occhi, puntato il dito alla cieca e detto “vado qui” non potete non fare una visita da Daunt Books.
Salite le scale di legno e perdetevi negli scaffali che ti mettono il mondo a portata di mano. In una delle librerie più fascinose che io abbia mai visto, potete trovare tutte le cartine del mondo. Ma proprio tutte.
E quindi, con la testa che ancora pensa a quei mattoni rossi, alla granola e agli scaffali che raccontano viaggi, ecco la ricetta di questi scones.
Non sempre le cose vanno come devono andare, questo è certo.
Ti possono capitare degli scones che non hanno la faccia da scones, ma puoi sempre farcirli con del gelato e vivere felice. Parola di giovane marmotta.
Ecco qualche link, buono per gironzolare in Marylebone:
In una ciotola mescolate la farina, il sale ed il lievito.
Aggiungete il burro freddo a cubetti e lavorate gli ingredienti velocemente, con la punta delle dita, fino ad ottenere un composto bricioloso.
Unite lo zucchero.
Sbattete l'uovo e il latte e aggiungeteli all'impasto di farina, lavorando il composto per lo stretto necessario.
Spostate l'impasto su un tavolo di lavoro infarinato e con il mattarello, anch'esso infarinato, formate un quadrato alto 3 o 4 cm.
Ricavate 4 dischi da 8 cm circa, tagliate l'impasto con un movimento veloce e secco, questo a favore della crescita degli scones in forno. Se preferite ricavate degli scones più piccoli (mantenete sempre l'altezza però)
Trasferite su una teglia coperta da carta forno e fate cuocere in forno già caldo a 170 gradi per 20 minuti circa